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PIAZZE PRONE E PIZZETTI, SIZZANO  (NO)

Le due piazze di Sizzano oggetto del concorso rappresentano due fatti urbani profondamente differenti. Piazza Prone definisce il nucleo dell’abitato, che si è sviluppato attorno all’antico ricetto; Piazza Pizzetti invece rappresenta una sorta di porta urbana, un luogo di transito su Corso Italia. Piazza Prone è costituita da due parti: la piazza vera e propria ha forma irregolare allungata ed è caratterizzata dalla convivenza di cortine edificate di pregio (Chiesa Parrocchiale di S. Vittore, ossario seicentesco, Ricetto medievale) con altre abitazioni recenti; la seconda parte collega la piazza con Corso Italia; qui affaccia palazzo Tornielli, residenza nobiliare neoclassica.

L’architettura delle piazze pone interrogativi sul ruolo dello spazio pubblico per la collettività. I fenomeni di vita attuale hanno allontanato gli abitanti dai propri centri storici, anche a seguito della scomparsa delle attività commerciali che un tempo vi si svolgevano e che oggi si sono spostate nelle conurbazioni di centri commerciali. Sebbene il progetto della piazza rischi di concretizzarsi in un puro esercizio decorativo (e troppo spesso caratterizzato da modaioli giochi d’aqua, pavimentazioni amorfe, zone verdi solo sulla carta) è necessario considerare come la “vita” non abbia abbandonato le piazze ma si concretizzi in modi altri, come dimostrano la vivacità del mercato cittadino e lo svolgimento delle feste tradizionali, a cui si aggiungono eventi che interessano non solo Sizzano ma che costituiscono una rete turistica di dimensioni più ampie.

Prevedere quali possano essere le attività che “occuperanno” il suolo della piazza è solo ipotizzabile: per questo occorre immaginare il vuoto come contenitore flessibile, da preferire ad uno spazio frammentato ed eccessivamente strutturato. Si aggiunga che interventi radicali mal si relazionano alle preesistenze storiche come quelle in esame. Da ciò deriva l’approccio progettuale, che disegna lo spazio aperto con pavimentazioni differenti, senza alterare la morfologia del sito. Gli unici oggetti introdotti sono: · una nuova scalinata/seduta del sagrato di S. Vittore, in sostituzione alle gradinate esistenti · una “colonna luminosa”. · un filare di acer platanoides al bordo est della piazza · un filare di carpinus betulus per creare una zona d’ombra verso il muro di palazzo Tornielli · una panca lineare affiancata al muro del palazzo. La disposizione degli oggetti, in assenza di uno spazio geometrico regolare, non può essere riconducibile ad una direttrice geometrica specifica, poiché ciò indurrebbe una gerarchia non congrua alle diverse emergenze architettoniche. Occorre individuare un tracciato geometrico interno, in cui siano esplicate relazioni visuali e geometriche tra gli edifici e nel quale possa essere narrata la peculiarità del luogo. La piazza è situata su parte del ricetto medievale demolito nell’ottocento; questa struttura costituiva un anello fortificato attorno alla chiesa di S. Vittore. Al di sotto del piano di calpestio della chiesa, nel 2001 sono state portate alla luce strutture murarie appartenenti ad un edificio basilicale del V secolo e ad un ambiente romano, probabilmente un edificio termale. La mancanza di chiusura visiva dell’antica fortificazione viene evocata dalle pavimentazioni, con un grande rettangolo di cui il monumento ai caduti costituisce un vertice. La posizione del rettangolo restituisce in pianta l’ubicazione dell’antica porta cittadina. L’intento didascalico del rettangolo è giustificato inoltre dall’aspetto funzionale: infatti questa figura definisce in modo univoco la superficie destinata ai parcheggi, divenendo al contempo una piattaforma per gli eventi che si svolgeranno in piazza. Sizzano per la sua struttura urbana non offre grandi spazi da adibire a parcheggio: è quindi necessario mantenere questa destinazione d’uso, pensando la piazza come entità in grado di “vivere” con le attività consolidate (bar, negozi, mercato etc…) e non come un idilliaca oasi ciclopedonale totalmente estranea alle dinamiche economiche. Oltre al grande spazio centrale, attualmente sono destinati a parcheggio i lati della piazza e la strada di ingresso da Corso Italia; si preferisce una collocazione centrale dei posti auto, al fine di liberare i bordi degli edifici, bar e altre attività, che potranno così utilizzare gli spazi esterni.

Le pavimentazioni, oltre a disegnare elementi e funzioni differenti, diventano determinanti per l’aspetto ambientale dell’intervento essendo realizzate in masselli autobloccanti di calcestruzzo fotocatalitico. Lo scenario urbano viene quindi valorizzato da un nuovo ordine formale che con il disegno delle pavimentazioni esalta le singole emergenze monumentali, e nel contempo crea una superficie geometrica a riequilibrare l’irregolarità del sito; il disegno delle pavimentazioni serve inoltre a indicare usi e potenzialità d’uso del suolo urbano. Si evidenziano così le seguenti scelte: • acciottolato per delimitare i bordi degli edifici storici costituenti il ricetto; la pavimentazione in sasso si estende quasi a disegnare la parte del ricetto demolita, per evocare la forma chiusa del complesso. • superficie rettangolare in massello autobloccante di calcestruzzo fotocatalitico (quarzite), colloca davanti al sagrato della chiesa parrocchiale. Il suo disegno traccia l’ipotetica pianta degli edifici a chiusura dell’anello e al contempo diviene il supporto pavimentato per il monumento ai caduti. Dal punto di vista funzionale questa superficie è pensata per ospitare il parcheggio. • pavimentazione in massello autobloccante di calcestruzzo fotocatalitico grigio per definire i percorsi carrabili veri e propri. • pavimentazione in massello autobloccante di calcestruzzo fotocatalitico a contorno degli altri edifici: tale fascia è costruita per definire zone di larghezza variabile, che possono divenire aree per la sosta in linea dei veicoli e aree all’aperto per le attività del “Bar centrale” e del ristorante “Vecchia Sizzano”. Le pavimentazioni sono complanari: perciò sono necessari sistemi delineatori in acciaio; per la segnalazione notturna si è predisposta un’illuminazione continua Led. Attualmente non sono presenti specie arboree; gli unici elementi vegetali sono costituiti da piante in vaso davanti alla chiesa parrocchiale e nella piccola area con sedute in legno contro il muro di recinzione di palazzo Tornielli. All’interno del palazzo si trova un grande giardino, le cui alberature sono visibili sulla piazza. Non si è voluto alterare nemmeno in questo caso l’assetto del luogo, ma si è preferito inserire due filari di alberi, acer platanoides e carpinus betulus, rispettivamente ai bordi ovest ed est dalla piazza, creando due zone di sosta ombreggiate

Piazza Pizzetti ad oggi è uno spazio amorfo, senza delimitazioni. La piazza nella tradizione storica italiana contiene elementi che ne definiscono i bordi: l’intervento progettuale utilizza la seduta per creare un bordo allo spazio urbano, definendo contemporaneamente una superficie regolare, tendente ad un quadrato. L’intersezione tra la pavimentazione in massello autobloccante di calcestruzzo fotocatalitico e l’acciottolato in sasso denuncia la presenza dell’oratorio seicentesco di S. Rocco. Di fronte all’oratorio si viene così a creare un percorso assiale terminante in una vasca d’acqua a terra e delimitato da un setto in calcestruzzo a finitura lucida, sui cui è appoggiata una seduta longitudinale, sempre in calcestruzzo. Il setto, alto 1,05 m, oltre a configurarsi come schienale d’appoggio contiene anche anche la fontana. Alla seduta si accompagna un filare di tre acer platanoides per creare una zona d’ombra. Il problema funzionale della piazza Pizzetti è quello di garantire l’accesso veicolare alla proprietà, nonché la superficie di manovra e sosta nel parcheggio. La viabilità è segnata a terra con delineatori di carreggiata metallici e con pali dissuasori cilindrici; di notte una serie di proiettori led a terra definiscono l’accesso carrabile all’area. Utlizzando solo elementi a terra ed operando sui bordi della piazzetta si ottiene un duplice vantaggio: da un lato si lascia libera la superficie per il maggior numero di parcheggi, mantenendo così inalterata la fruibilità attuale in considerazione di possibili eventi e manifestazioni; dall’altro si riesce a configurare uno spazio definito e regolare in cui i pochi elementi guidano l’equilibrio compositivo della piazzetta. Come si è proceduto per Piazza Prone i nuovi elementi hanno anche il compito di segnalare e fissare le emergenze architettoniche presenti: così, l’oratorio di S. Rocco entra nello spazio pubblico con una pavimentazione in sasso, che disegna il limite della piazza quadrata e attraversamento pedonale su via Roma. Sul percorso, tra la facciata dell’oratorio e la vasca/seduta si viene a creare una tensione longitudinale, smorzata dalla “colonna luminosa”. Questo oggetto è pensato per proiettare fasci luminosi differenziati, con una luce dedicata all’illuminazione stradale e altri due colorati ( rosso e blu) per creare effetti di colore sulle pareti e a pavimento. Al sistema vasca/seduta si contrappone ortogonalmente un’altra panca in calcestruzzo; questa è distaccata dal muro della proprietà attigua, lasciando una stretta ed irregolare fascia perimetrale acciottolata.

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