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PREMIO FBM

NUOVI SPAZI PER SPOLETO

con Marco Cornelio

Il progetto stabilisce relazioni con il tessuto urbano partendo da una lettura del luogo, del quale vengono fatti propri storia e architetture. Il castello, il ponte-acquedotto, il teatro romano, il passaggio della via Flaminia, i terrazzamenti e i passaggi fra i vicoli, sono alcuni di quei “fatti urbani” indissolubilmente legati alla memoria spoletina. In quest’area, già affaticata dalla recente edificazione di scarso valore, progettare significa tentare di ristabilire una cucitura con la città storica e con il suo carattere. Operando con pieghe sul terreno, si ottiene un sistema di piani articolato, nel quale la fascia adiacente ai binari diviene uno spazio pubblico trattato a parco. I livelli di progetto sono 3: uno a 0.00 m., uno a 4.20 m., uno 5,75 m; questi sono raccordati dall’andamento del suolo e da sistemi di scalinate e rampe al fine di rendere totalmente permeabile l’area. Due lunghi setti in laterzio evidenziano le diverse quote e segnano le direttrici dei percorsi.Stabilire relazioni visuali con la città antica ha condizionato l’intero progetto, privilegiando una fascia verde poco edificata che lascia libera la vista dalla scalinata-teatro in direzione del castello. Gli stessi edifici della corte sono sagomati per consentire una sequenza di prospettive. Al centro dell’area si appoggia un edificio a corte: la “casa” si eleva dal basamento, dal quale contempla il luogo. Il trattamento dei volumi si rifà ad una immagine castellana, in cui rotazioni, arretramenti e passaggi consentono l’emergere di alcuni elementi; la figura della torre si relaziona al castello cittadino, ma si rifà anche alla casa rurale detta “palombara”: ciò rende il sistema costruito radicato alla tradizione costruttiva spoletina, consentendo la frammentazione dei volumi architettonici. Due “edifici alti” in laterizio si elevano acquistando la natura di segni nella città, visti da lontano e dai quali si guarda lontano. Uno definisce la testata dell’edificio a corte, l’altro emerge solitario verso la stazione. Qui la pavimentazione è disegnata per utilizzi eterogenei: vi sono interposte “dune” alberate che creano un’atmosfera meno legata all’infrastruttura del parcheggio e più vicina a quella del parco adiacente. A prolungamento di Via Cerquiglia, corrispondente al “diverticula” romano della Flaminia, è posta una pavimentazione basolata a segnare la strada che maggiormente ha influito sulla nascita e sullo sviluppo di Spoleto. Qui si apre un portale, una sorta di “porta della città” aperta al parco, alla stazione, e al sottopasso sulla ferrovia.

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